Itinerari Langhe: il Castello del Mago e il Mare Verde

Itinerari Langhe: il Castello del Mago e il Mare Verde

Langhe Piemontesi: tra panorami mozzafiato e cultura

Dopo averti consigliato dove mangiare nelle Langhe, articolo che ti consiglio di leggere a questo link, oggi voglio parlarti degli itinerari Langhe tutti da scoprire. Nonostante abbia dedicato diversi articoli ai percorsi nelle Langhe che consiglio sempre ai miei Clienti, credimi se ti dico che c’è molto altro da scoprire.

Le Langhe Piemontesi non sono un territorio semplice che può essere racchiuso, spiegato e declinato in due semplici articoli: questo è ciò che dico sempre a coloro che ho il piacere di ospitare nel mio albergo Asti, l’Albergo Motta.

Su queste colline c’è tanto da scoprire, tanto da vedere e, ovviamente, tanto da assaggiare. Spetta a te decidere come affrontare il viaggio. Ormai l’estate sembra essere arrivata e numerose sono le persone che dedicano di salire nuovamente a bordo della proprio moto e mordere quella lunga striscia di asfalto che li conduce fino alla porta del mio Motta.

Se anche tu sei un biker, lasciami sottolineare una cosa. Presso il mio Albergo Motta potrai lasciare la tua moto nel garage privato completamente gratuito: in questo modo dormirai sonni tranquilli, certo che anche la tua bimba è al sicuro. Se vuoi alcuni spunti sui percorso in moto leggi questo mio articolo, oppure chiedi direttamente alla sottoscritta!

Prima di addentrarci nell’articolo desidero fare una premessa: non mi limiterò a darti alcune indicazioni stradali, ma ti parlerò di un’esperienza unica, grazie alla quale ripercorrerai le orme del famoso scrittore italiano Davide Lajolo.

Alla scoperta del Castello del Mago (assassino) e del Mare Verde di Vinchio Vaglio

Itinerari langhe: il mare verdeL’itinerario protagonista di questo articolo segue le orme dei percorsi collinari che Davide Lajolo era solito frequentare. Uno è l’itinerario dei bricchi del Barbera che collega Vinchio alla frazione di Noche passando per il bricco di San Michele, mentre il secondo è l’itinerario dei boschi dei Saraceni che si sviluppa nella verde valle del Giardino scendendo sino al Tiglione per ritornare in paese, lungo la dorsale del bricco dei Saraceni. Questi itinerari si sviluppano ad anello e partono dalla Cantina Vinchio e Vaglio.

Il tempo di percorrenza a piedi varia dai 30 minuti alle 3 ore, tutto dipende dal percorso che deciderai di seguire. Medesimo ragionamento per la distanza dei percorsi: si passa da 1,5 Km ai 10 Km.

Per visitare la zona che Davide Lajolo amava chiamare “il mio mare verde” devi addentrarti nella Riserva Naturale Speciale della Val Sarmassa.

Dopo una notte riposante nel mio albergo Asti, recati a Vinchio: qui affronti la prima decisione. Devi proseguire in direzione Cortiglione e puoi farlo in auto (5 minuti) oppure a piedi (20 minuti circa). Raggiungerai così uno spiazzo con una bacheca di legno che indica uno degli accessi alla Riserva. Se sei giunto fino a questo punto in macchina, è ora di parcheggiarla e di camminare, addentrandoti nell’Area Protetta.

Appena entrati si viene pervasi dal fascino di quello che Davide Lajolo definiva “il mio mare verde”: colline ricche d’uva e di boschi, di verde, di ossigeno e di salute, terre rosse e nere silenziose e solitarie, un divenire di piante e di vigne che sembrano continuare all’infinito.

Ci troviamo a sud del fiume Tanaro tra i comuni di Incisa Scapaccino, Vaglio Serra e Vinchio in un’area protetta dal 1993. Davide Lajolo nei suoi libri ci racconta la Resistenza vissuta in prima persona in questi luoghi, ci descrive gli ambienti della Riserva attraverso le vicende dei suoi compaesani che lui chiama “I Mè”.

Itinerari langhe: libro di Davide Lajolo -“Il merlo di campagna e il merlo di città”Come ti avevo preannunciato, in questo articolo non voglio darti semplici indicazioni stradali, ma voglio portarti nel luogo che lo scrittore definisce “il castello del mago” nel bellissimo libro “Il merlo di campagna e il merlo di città”, in cui ha vissuto per anni un assassino. Sarà un viaggio diverso dagli altri, ma ugualmente emozionante.

Dopo aver percorso un breve tratto all’interno della Riserva ritorna al parcheggio e prosegui sulla strada asfaltata svoltando poi nel primo sentiero che incontri a destra.

Proseguendo lungo il percorso giungi ad un bivio dove scendi a destra per poi trovare alla tua sinistra il Castello del Mago, dove viveva Cisi, al secolo Cesare, isolato dal mondo per l'orribile crimine di cui si era reso protagonista. Davide Lajolo lo racconta così:

“L’abitacolo di Cisi era stato definito da tutti il castello del mago (…). Un giorno in quattro amici, prendendo il coraggio a due mani, anche se avevamo già superato le elementari, ci siamo decisi – naturalmente in pieno pomeriggio sotto lo sfolgorare più alto del sole – ad andare a incontrare Cisi con la speranza di poter così vedere il famoso castello del mago, dato che lui l’aveva costruito e ci abitava dentro. (…) Ci eravamo appena fermati quasi tenendoci per mano, quando sbucò dal bosco all’improvviso la massiccia sagoma di Cisi. (…) Sotto il tufo erano scavati sei grandi buchi, ampi come sgabuzzini o piccole stanze, tre sopra e tre sotto. A quelli sopra si arrivava attraverso scalini disposti a sghimbescio che probabilmente sapeva salire soltanto lui. (…) La storia di Cisi era davvero raccapricciante. (…) Era sui trentacinque anni quando, trasportando a casa un carro di fieno trainato dal bue con accoccolato sopra un nipotino di cinque anni, in una curva un vento foriero di tempesta che piegava le cime degli alberi fece imbizzarrire la bestia. Il bue si drizzò sulle gambe anteriori. Il fieno si spostò tutto da un lato poi ad un altro scrollone precipitò sulla strada. Il bambino rotolò proprio davanti alla ruota anteriore. Il bue diede uno strappò e lo maciullò. Più forte dell’urlo del bimbo s’alzò quello di Cisi. Staccò in un baleno il bue, lo picchiò con il bastone fino a farlo fuggire, sollevò con uno sforzo terribile il carro con una spalla e riuscì a togliere il nipotino da sotto la ruota. Ma il bambino aveva la gola e la pancia squarciate. Respirava a fatica, non riusciva neppure più a gemere; gli occhi impietriti, a guardare lo zio disperato. Cisi lo prese sulle braccia. (…) Era affezionato a quel bambino più del padre e della madre. Adesso lo vedeva soffrire terribilmente. Non poteva sopportare quell’angoscia, né poteva dargli sollievo: allora prese il falcetto e lo finì. Lo depose lentamente sul fieno poi urlando fuggì nei boschi senza più curarsi del carro e del bue. (…). Cisi fu ritrovato nei boschi dopo una settimana dai carabinieri. (…) Poi il processo, la condanna a sette anni per la riconosciuta seminfermità mentale, il carcere duro, il ritorno al paese. (…) Dopo venne il tempo della costruzione del castello del mago e il suo totale isolamento dalla gente. (…) Mamma Rosalia, visto che non c’erano pensionati, né ospizi per vecchi, aveva messo a disposizione una parte della sua casa e soprattutto la generosità. Cisi si spense in quella casa, pulito, vestito a nuovo, lentamente come una candela”.

Visitando questi luoghi, conoscendo ora la storia, potrai domandarti, come mi sono chiesta io, se davvero “da grembo a tomba siamo legati agli altri passati e presenti, e da ogni crimine, da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro”, che ne sarà stato dei discendenti di Cisi? Questo suo orribile crimine graverà sulle loro vite, seguendo l'infallibile legge del Karma, comparabile al terzo principio della dinamica di Newton, in cui si afferma che per ogni azione c’è una reazione uguale e contraria? Questo orrore, questo sangue, questa durezza di cuore, che effetto avranno avuto sulle loro vite? Vivranno in pace o, al contrario, le loro esistenze saranno tormentate, un susseguirsi di dolore e di fallimento, di nascite negate, di malattie impronunciabili per la stigmate sociale che portano con sè?

Altri itinerari nelle Langhe da scoprire

Risali al bivio e prosegui alla tua destra, giungi ad un altro incrocio e svolta a sinistra, prosegui lungo il percorso fino ad arrivare a Monte del Mare: qui si trova il Casotto di Ulisse dove nel giugno del 1944 Davide Lajolo radunò il suo primo gruppo di partigiani. Da qui puoi ritornare al parcheggio seguendo la strada asfaltata e svoltando a sinistra, oppure puoi addentrarti nella riserva e seguire gli itinerari proposti dall’Ente Parchi Astigiani.

Un’altra sosta che ti consiglio è quella del Bricco dei Tre Vescovi, dove una pietra miliare indica la confluenza di tre diocesi quella di Alba, di Acqui e di Asti. Il luogo è panoramico e partono ben due percorsi. Nella parte bassa dell'area protetta puoi ammirare lo stagno chiamato il Lago Blu in cui vivono il rospo, la rana agile ed il tritone punteggiato, numerose le libellule e lo scorpione d’acqua.

Non puoi lasciare questi luoghi senza effettuare altre due tappe: una al museo di Davide Lajolo, ed una al nido del Barbera, ossia la Cantina di Vinchio Vaglio.

Il Museo di Davide Lajolo si trova in Via Capitan Lajolo, a Vinchio. Appena entri all’interno del Museo che ha come titolo “Vinchio è il mio nido”, avrai l’impressione che lo scrittore stesso si racconti a te visitatore. Questo non è un caso: è stato infatti il preciso intento di Laurana Lajolo, figlia di Davide, che ha ricostruito la vita del padre attraverso fotografie, scritti e citazioni autobiografiche tratte dai suoi libri.

Il Museo è un viaggio biografico dello scrittore che parte dalla sua famiglia per poi passare ai suoi compagni partigiani, ai giornalisti de L’Unità, ai parlamentari, per poi terminare con gli scrittori e pittori suoi amici. All’interno della sala puoi osservare le cinque sezioni in cui viene riassunta la vita di Davide Lajolo da sinistra verso destra. Le sezioni sono: “I Mè”, “Il partigiano”, “Il giornalista”, “Il deputato” e “Lo scrittore”. A chiudere il tutto una forma stilizzata di albero conserva fra i suoi rami i suoi libri a significare il suo grande amore per la natura.

Vinchio: il nido di Lajolo

Itinerari langhe: vista panoramica di Vinchio Vaglio

Vinchio è il mio nido” scriveva Davide Lajolo ne “Il merlo di campagna e il merlo di città”.

Vinchio è un piccolissimo paese ubicato sulle colline del Barbera tra il Monferrato e le Langhe. La visita può partire dalla Piazza San Marco, dove trovi la Confraternita della SS. Trinità con la sua facciata settecentesca, la barocca chiesa parrocchiale di San Marco ed il Municipio, da qui percorrendo un breve sentiero, puoi salire sulla rocca per arrivare dove un tempo sorgeva il Castello appartenuto ai marchesi Scarampi del Carretto, distrutto dagli stessi abitanti di Vinchio che con le sue pietre edificarono le loro abitazioni.

Giunto in cima ammirerai un panorama spettacolare e in lontananza potrai anche scorgere: Castelnuovo Calcea, Mombercelli, Vaglio Serra, San Marzano, Moasca, Calosso, Montegrosso, Agliano e altri paesi più lontani. Sulla piazzola è collocata la quarta area del Museo contadino all’aperto dove è riproposta la ricostruzione virtuale del Castello, secondo la descrizione dello storico ottocentesco De Canis, con la riproduzione dell’acquaforte di Gonin e della struttura dell’edificio con le stanze interne e alcuni reperti conservati come le tracce delle mura, i massi, ed una macina.

L’area occupata anticamente dal Castello distrutto nell’Ottocento, Belvedere Unesco di Rocca Castello, è stata selezionata nel 2017 come punto panoramico di una delle sei “core zone” dei Paesaggi vitivinicoli Patrimonio UNESCO ed è stata recentemente ristrutturata in modo da godere appieno della vista sulle nostre splendide colline e sull’arco alpino.

Il paese di Vinchio deve il suo nome al nome romano Viginti, cioè località a venti miglia da Alba Pompeia, a cui portava la strada che attraversava il paese. Dalla frazione di Noche passava anche una via di pellegrinaggio per Santiago di Compostela.

L’età comunale (XII e XIII sec.) fu un periodo di grande fioritura e, tra il XV e il XVII secolo, Vinchio divenne feudo imperiale di Langa sotto il Ducato di Milano, insieme ad altri paesi detti “terre imperiali”, per poi passare ai Savoia dal 1731.

Il territorio è tutelato a tal punto che il Comune ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001 e la registrazione EMAS.

I prodotti tipici di Vinchio sono i vini: barbera, freisa, cortese, per citare i più rinomati, tartufi, funghi, asparagi, cardo gobbo e ora anche gli ulivi.

La Chiesa Parrocchiale di San Marco è dedicata all’Evangelista San Marco. Composta all’origine di una sola navata centrale venne successivamente ampliata con l’aggiunta delle due navate laterali nel secolo XVIII. Gli aspetti più interessanti sono l’altare barocco in marmo policromo e le tele del 1600 e 1700 che decorano le navate. Il recente restauro della facciata ha messo in risalto la torre campanaria in muratura del 1767 che rende riconoscibile il paese dai bricchi circostanti.

L’edificio della Confraternità SS. Trinità del secolo XVI viene comunemente chiamato “Chiesa dei Battuti”, perché era il luogo dove si radunavano i confratelli detti “Batì” e sorge a ridosso della chiesa parrocchiale. A seguito di un crollo venne parzialmente abbandonata. Dopo essere stata sconsacrata venne restaurata e oggi si presenta completamente rinnovata e funzionale come luogo di incontro e per iniziative.

Scendendo lungo la scalinata panoramica che collega Piazza San Marco a Piazza Vercelli trovi il busto di Davide Lajolo che lo scultore Floriano Bodini (1933-2005) gli ha dedicato. Il monumento in bronzo fu inaugurato nel 1990.

Lungo l’itinerario letterario di Davide Lajolo “I bricchi del Barbera” è stato realizzato il Museo contadino all’aperto “Vinchio e le colline della Barbera” che illustra il ciclo del lavoro nei vigneti, integrando patrimonio ambientale, culturale, storico ed enogastronomico presente sul territorio e consentendo un continuo rimando tra letteratura e civiltà contadina.

Le installazioni museali sono collocate all’aperto in campagna in quanto si considera l’intero paesaggio collinare un museo vivente e produttivo, che va fruito nella sua bellezza ambientale, nelle tracce di storia e di memoria contadina e nell’evocazione simbolica della letteratura.

Ultima tappa è una degustazione alla Cantina di Vinchio Vaglio Serra, è una cantina cooperativa costituita nel febbraio 1959 da 19 viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra. Situata a San Pancrazio, esattamente a metà strada tra i due Comuni, la Cantina Cooperativa divenne l’opportunità per far accrescere l’allora bassissima remunerazione dell’uva regina della zona, la Barbera.

Oggi è uno degli insostituibili punti di riferimento del mondo del vino di qualità piemontese avendo nel vitigno barbera la propria anima “eterna”, ma allargando al contempo la propria missione produttiva alle più importanti tipologie viticole ed enologiche del Piemonte e, in tempi recenti, anche ad alcuni vitigni internazionali di grande fama e ineccepibili caratteristiche qualitative come Chardonnay e Pinot nero.

Dormire ad Asti: scegli il mio Albergo Motta

L'Albergo Motta poco lontano da Costigliole d'Asti è un ottimo luogo in un cui riposarsi dopo giornate intense trascorse alla scoperta delle mie Langhe. Oltre ad essere confortevole e ad essere dotato di camere turistiche e camere a tema, il mio albergo Asti ha la fortuna di sorgere in un luogo felice, vicino a moltre attrazioni e bellezze naturali che meritano di certo la tua attenzione.

Grazie all'apertura del nuovo ristorante "Terra di Mezzo" non sei neanche costretto a prendere il tuo mezzo di trasporto per recarti consumare un lauto pranzetto: hai tutto a portata di mano!

Come vedi le mie Langhe offrono davvero tante possibilità: gli itinerari Langhe sono tantissimi e sono sempre pronta ad indicarti quelli più famosi e quelli più suggestivi. Non è un caso se nell'ingresso del mio albergo ho allestito un Pit Stop Point, cioè un luogo in cui reperire numerose informazioni turistiche.

Se vuoi vivere qualche giorno nella pace delle Langhe e trascorrere tempo di qualità con la persona a te più cara, affidati a chi conosce queste colline come le proprie tasche e riceverai sempre ottimi consigli. Per maggiori informazioni, o per prenotare un soggiorno, contattami oggi stesso.


Scegli la tua camera

Motel Asti, camere a ore Asti, Day Use

Camere a tema

Camere a ore Asti: camere romantiche a tema perfette per le coppie.

Hotel Asti, camere familiari e turistiche

Camere turistiche

Camere albergo Asti per famiglie in vacanza, come pure per viaggi di lavoro.

Contattaci

Prenota
Prenota con contatto diretto via telelefono e-mail o form

logo dayuse logo booking

  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • Via Giacomo Scotti, 32 - Fraz. Motta
    14055 Costigliole d'Asti (Asti)

Albergo Motta
Hotel Asti

CF/P.IVA: 01519840050
CIR: 005050-ALB-00002

© 2019 -  All rights reserved
Realizzazione Sito Web & SEO di Made in Magic, Web Agency Milano.

logo dayuse

logo booking