Il 2020 dell'Albergo Motta: un Anno Lungo e Intenso

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Il 2020 dell'Albergo Motta: un Anno Lungo e Intenso

La brutta fama degli anni bisestili

Anno bisesto, anno funesto": quante volte hai sentito, e forse detto tu stesso, questa frase? Ogni quattro anni, all’inizio di un nuovo anno bisestile, questa frase viene ripetuta fino allo sfinimento, ma forse non ci si crede davvero nel suo contenuto: diventa quasi una moda o un’abitudine tramandata dai nostri nonni e genitori.

Anche i nostri antenati, gli antichi Romani, erano convinti che non ci si potesse aspettare nulla di buono dall’anno bisestile. Febbraio per loro era il mese dei “Feralia”, ovvero dei riti da dedicare ai defunti: serve davvero aggiungere altro?

Furono sempre i nostri amici Romani ad introdurre nel loro calendario un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio, in modo da compensare le circa 6 ore che “avanzavano” ogni anno dai 365 giorni. Il 24 febbraio era chiamato in latino il “sexto die ante Calendas Martias” e divenne così il ”bis sexto die”: ecco quindi da dove deriva la denominazione ”bisestile”.

Tale sistema, però, non è stato abbandonato con la caduta dell’Impero Romano, ma è stato introdotto anche nel calendario giuliano, nel quale febbraio ogni 4 anni vanta ben 29 giorni.

Come molti, neanche io ho mai creduto particolarmente in questo detto popolare, per me rientrava semplicemente nel folklore italiano. A prova di quanto sto dicendo, ti confermo che il primo gennaio 2020 ero molto felice e grata per l’inizio di un nuovo anno, questo anche grazie alla baldoria e alla festa con amici avvenuta la sera precedente!

Da quando ho iniziato a gestire l’Albergo Motta nel lontano gennaio del 2012, ammetto che ogni inizio anno è sempre stato caratterizzato da un grande turbinio di stati d’animo, spesso tra loro contrastanti. Questo era dovuto ad un insieme di fattori: alla soddisfazione per i risultati lavorativi ottenuti nell’anno appena concluso, si univa un po’ di preoccupazione per l’anno che stava iniziando, e l’incertezza dettata dal non sapere se il trend positivo dell’anno precedente si sarebbe ripetuto ancora.

Anno nuovo, vita nuova. Ed ecco quindi che ripartivo quasi da zero: impegno costante, duro lavoro, continua ricerca di nuovi Clienti a cui offrire i miei servizi e, ovviamente, prestare attenzione anche ai Clienti più affezionati, quelli fidelizzati. Insomma, a inizio anno dovevo sempre rimboccarmi le maniche! 

Il primo gennaio 2020, però, avevo finalmente pronta una grande risposta a tutti questi miei pensieri. In quei giorni era infatti da poco online il mio nuovissimo e bellissimo sito Web dell’Albergo Motta realizzato da Made In Magic, Web Agency Milano. Questo sito prometteva grandi cose e non a caso ha vinto il premio Mediastars per l’Interaction Design (leggi tutto l’articolo a questo link!).

I presupposti erano i migliori e potevo letteralmente buttarmi in questo anno bisestile, sapendo che quello che mi apprestavo a fare, non era un salto nel vuoto, ma un adrenalinico ed emozionante lancio con un bel paracadute: finalmente non ero più sola, ma avevo al mio fianco professioniste serie e preparate, le ragazze di Made In Magic! Non mi restava che godermi il viaggio.

Primo gennaio 2020: anno nuovo, vita nuova

Primo gennaio 2020: anno nuovo, vita nuovaCosì in effetti è stato…. fino agli inizi di marzo, un bel viaggio durato, però, troppo poco. Nei primi due mesi del 2020 ho avuto il piacere di accogliere quasi 300 Clienti, molti dei quali non erano mai venuti nel mio albergo Asti: questa era la conferma che stavo lavorando bene, che alle persone arrivavano l’energia e l’impegno che mettevo nel mio lavoro, nella cura di ogni dettaglio e nell’immagine del mio Albergo Motta, inclusa quella social e la presenza su Internet.

Oltre a questo, avevo anche finalmente trovato dei nuovi gestori per il mio bar ristorante e questo mi avrebbe permesso di iniziare ad offrire nuovi servizi ai miei Clienti, così da migliorare ulteriormente e rendere ancora più completo il loro soggiorno al Motta. Le idee e i progetti erano tantissimi, ero proiettata nel futuro!

I nuovi gestori iniziarono a rinnovare i locali, consentendomi di realizzare una nuova area comune in cui i Clienti dell’albergo avrebbero potuto utilizzare un nuovo angolo fitness e uno spazio per le riunioni. Stavo rispondendo ai suggerimenti più ricorrenti dei miei Clienti abituali ed era per me fonte di grande gioia e soddisfazione.

L’arrivo del Covid-19

L’arrivo del Covid-19Come detto, il bellissimo viaggio è durato solo un paio di mesi, fino a quando il Covid-19 è entrato nelle nostre vite e nella nostra quotidianità. Tutto è iniziato con quella che, a prima vista, sembrava una banale influenza in Cina, dall’altra parte del mondo. La maggior parte delle persone, inclusa la sottoscritta, reagì all’inizio con un’alzata di spalle, “certa” che il tutto sarebbe finito nell’ennesima bolla di sapone.

Tutto cambiò quando quel semplice raffreddore si trasformò in qualcosa di decisamente più serio. Nel giro di pochi giorni scoprimmo davvero la portata di questa malattia: venimmo a sapere che in Cina morivano decine di migliaia di persone e che il Governo mise in atto misure estreme per circoscrivere il contagio. Giungemmo così a un’altra importante decisione: l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò lo stato di pandemia, e quel semplice raffreddore si trasformò in incubo.

Dalla lontana Cina, la pandemia sbarcò anche in Italia e fu l’inizio della fine: la fine della vita che conoscevo, la fine della mia quotidianità e la fine di molte certezze. Adeguandomi ai decreti governativi che si susseguivano senza sosta, fui costretta a chiudere il Motta, evento per me ai confini della realtà, soprattutto considerando che dal 2012 non avevo fatto neanche un giorno di ferie.

Questo però era necessario per arginare il diffondersi del contagio e aiutare a bloccare la crescita esponenziale dei malati e, soprattutto, delle vittime.

Arriviamo così a marzo e ad aprile trascorsi all’insegna del lockdown: tutti chiusi in casa, tutte le attività chiuse (ad eccezione di quelle che fornivano beni di prima necessità). Per passare il tempo ci trasformammo in cantanti, cuochi improvvisati, pasticceri amatoriali e, alcuni, anche esperti virologi.

Rialzarsi e ricominciare

Rialzarsi e ricominciareIl 4 maggio riaprii il Motta (finalmente!) e mi resi conto che quell’albergo Asti non solo era mancato ai miei Clienti storici, ma era rimasto presente nel mondo del Web e dei social grazie a Made In Magic, Web Agency a Milano. Le ragazze di MiM non si erano fermate, ma avevano continuato a supportarmi e a sopportarmi anche durante il lockdown. Insieme abbiamo ripensato a tutta la pianificazione degli articoli del mio blog e abbiamo anche ripensato ad una nuova presenza dell’Albergo Motta sui social, come Facebook e Instagram.

Questo aveva un duplice scopo. Anzitutto mostrava a tutti che il Motta e la sottoscritta eravamo ancora qui, era un modo per non dimenticarci. Secondariamente si forniva un servizio informativo utile e costante.

Ho quindi cambiato la mia comunicazione, alternando post e news di informazione e di aggiornamento, ad altri dedicati al mio territorio, a dimostrazione che nulla era finito, ma solo rimandato. Volevo mostrare che era ancora possibile viaggiare e scoprire i luoghi incantanti delle Langhe, del Roero e del Monferrato, facendolo anche in sicurezza.

Questo messaggio a cui ho dedicato tanto tempo, è arrivato a molte persone e la prova l’ho avuta quando, all’inizio della Fase 2 caratterizzata da un allentamento delle restrizioni governative, sono riprese le prenotazioni al Motta. Non sono mai stata così felice di rivedere i miei storici Clienti e di accoglierne di nuovi!

Nonostante questo, era davvero cambiato tutto. Per garantire la sicurezza mia e dei miei ospiti, ho personalmente redatto un accurato piano di autocontrollo Covid-19 che puoi leggere a questo link: volevo fare tutto il possibile per lavorare in sicurezza e offrire ai miei Clienti un luogo sicuro. Non nego che ci siano anche stati momenti difficili, per esempio mantenere il distanziamento sociale con i miei ospiti, vivere in simbiosi con la mascherina nascondendo così il mio sorriso che mi ha sempre contraddistinta. Questa era la fase della convivenza con il virus, un virus che continuava ad essere pericoloso e letale.

Tutti, io per prima, avevamo bisogno di tornare a vivere, di crearci una nuova quotidianità nel pieno rispetto delle limitazioni e dei compromessi, vivendo con maggior responsabilità e consapevolezza ogni singolo giorno. Il famoso effetto farfalla ben si addice a quel momento: eravamo infatti consapevoli che piccole variazioni delle condizioni iniziali producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

In parole povere? Eravamo tutti (o quasi) coscienti che i nostri comportamenti avrebbero avuto ricadute positive o negative non solo sulle nostre vite, ma anche su quelle degli altri. A tal riguardo voglio menzionare un brano tratto dalla “Grammatica della Fantasia” di Gianni Rodari:

“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o micro eventi, si succedono in un tempo brevissimo.”

… ed è subito autunno

L’estate 2020 è passata in un attimo lasciando dietro di sé un senso di incompletezza e caratterizzata da tante promesse mancate, dovute all’assenza delle normali manifestazioni che, negli anni passati, hanno reso unica l’estate nelle mie terre. Nessuna sagra del peperone quadrato di Motta, un prodotto di eccellenza di questa terra della valle del fiume Tanaro, un appuntamento storico fatto di cinque serate di festa, musica, stand enogastronomici, spettacoli e giochi.

Nel giro di un secondo, mi ritrovai catapultata da maggio a settembre, un tempo trascorso con un susseguirsi di giorni tutti uguali, surreali e orfani di quelle manifestazioni che si sono sempre tenute negli ultimi decenni. In quei mesi abbiamo dovuto rimandare il famoso Settembre Astigiano con il suo Palio, il rumore dei trattori che trasportano le casette dei paesi per le sagre, i turisti che passeggiano per le sue vie e che, magari, soggiornano anche al Motta, ottima base in cui riposare dopo intense giornate.

La vendemmia è stata un punto fisso, un piccolo e importante evento che mi ha regalato, per qualche ora, una parvenza di normalità in un autunno decisamente anomalo. Poter respirare il profumo inconfondibile del mosto nell’aria tiepida del mattino, è stato un dono e mi trasmetteva la consapevolezza che, nonostante quanto stava accadendo, quell’uva colta da abili mani e lasciata fermentare al sicuro nelle cantine delle aziende agricole vicino al Motta era il chiaro segno che la vita continuava.

Erano questi i segnali di una normalità nuova a cui non eravamo ancora del tutto abituati, ma che, a modo suo, ci trasmetteva le basi su ci costruire delle nuove routine: anche lei, però, ha avuto vita breve.

A metà ottobre ecco un nuovo record di contagi, l’aumento dei ricoveri nelle terapie intensive, una pressione sempre maggiore sugli ospedali e, purtroppo, il crescente numero delle vittime. Il life motive era ed è sempre uno: il virus continua a correre ed è ancora tra di noi. Per questo motivo si sono rese necessarie nuove rinunce, nuove chiusure fino a un lockdown che, sebbene con nome diverso, ha messo in pausa tutte le nostre vite.

Tutto questo avviene nel momento peggiore dell’anno, un periodo in cui le città si riempiono di luci e si organizzano già giornate in famiglia: il periodo natalizio. In seguito al primo lockdown, molti, tra cui la sottoscritta, si erano ripromessi di trascorrere degnamente il Natale, soprattutto se ad aprile si era divisi delle proprie famiglie e dai parenti più stretti.

L’Albergo Motta pronto ad affrontare le sfide del 2021

E adesso? Che accadrà? Purtroppo nessuno lo sa e non abbiamo nessuno che ci possa "spoilerare" come saranno gli anni futuri: questo, forse, sarebbe uno spoiler che in molti leggeremmo volentieri.

La fine di un anno rappresenta sempre un momento di riflessione su ciò che è accaduto, su ciò che speravamo accadesse e, soprattutto, su ciò che speriamo accada nel nuovo anno.

Tutti speriamo di esserci lasciati il peggio alle spalle, di aver vissuto un anno intenso, scandito da Dpcm, ristrettezze, rinunce, dati, contagi e tanto altro. Dopo un anno del genere, c’è solo da sperare che il 2021 sappia stupirci in meglio, che ci riservi qualche gioia e che, finalmente, ci doni un po’ di pace e serenità.

Io, insieme al mio albergo Asti, sono pronta ad affrontare il 2021 e, soprattutto, sono pronta a continuare ad offrire ai miei Clienti il solito benvenuto e i servizi che da sempre caratterizzano il mio lavoro. Questo è stato il 2020 dell’Albergo Motta.

Alla fine di ogni anno, gli ebrei ricorrono ad una particolare invocazione che, almeno per oggi, voglio fare mia: finisca l’anno con le sue maledizioni, cominci l’anno nuovo con le sue benedizioni. Questa, del resto, è la speranza di tutti ed è ciò che mi auguro per il 2021, sia per me sia per te.

Se desideri prenotare una camera per una tua futura visita a queste bellissime terre, o semplicemente per ricevere maggiori informazioni, contattami oggi stesso.

In attesa di scoprire cosa ci riserverà il 2021, ti auguro di trascorrere un sereno Natale e di iniziare al meglio l’anno che verrà!


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